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Rifugio Pietro Crosta da San Domenico - Parco dell'Alpe Veglia

Traccia GPS da San Domenico al Rifugio Pietro Crosta - Mappa Mappa

L'Alpe Veglia è un ampio bacino montano di origine glaciale, delimitato da una corona montuosa, aperta in direzione sud-est da una profonda incisione fluviale che la collega alla valle principale.

La vasta conca dell'Alpe è costituita in gran parte da depositi alluvionali, mentre tutto intorno gli accumuli morenici si addossano ai monti che la cingono. ll paesaggio è completato da laghi, torrenti e cascate, formatisi a seguito di azioni di modellamento tutt'ora in atto.

Si trova a nord ovest del lago Maggiore, chiamato anche Verbano, e la si raggiunge percorrendo l'autostrada per Gravellona Toce, una derivazione della Milano Laghi che si ricongiunge con la Milano/Torino in direzione Alessandria.

Le indicazioni riportano Arona come primo casello da oltrepassare e la strada costeggia per un certo tratto il lago, visibile negli scorci liberi da gallerie.

Si prosegue seguendo il corso dell'autostrada finché si trasforma in Strada Statale del Sempione. Si percorre la superstrada in direzione del Passo del Sempione fino all'uscita di Varzo, poi occorre fare attenzione ai cartelli che indicano San Domenico e la rispettiva stazione sciistica.

Entriamo nel paesino a 1.420 metri di altezza, parcheggiamo l'auto e prendiamo come riferimento il primo dei parcheggi che abbiamo incontrato, dove son ben visibili i cartelli che illustrano l'Alpe. Da questi scendiamo, mantenendoci sulla sinistra della strada asfaltata fino ad incontrare un bivio semi nascosto, in prossimità di una bella casa bianca e marrone.

Le indicazioni per il Rifugio Crosta Pietro sono proprio sul muretto della costruzione ed il sentiero parte davanti a noi con alcuni scalini di pietra, superati i quali, si prende immediatamente a destra.

Dopo qualche centinaia di metri, la stradina si innalza nel bosco e si biforca, offrendoci la possibilità di scendere verso il Bosco delle Fate, oppure di risalire verso l'Alpe Fernone, l'Alpe Dorcia e l'Alpe I Crosi. Scartiamo decisamente il Bosco delle Fate e prendiamo l'altro sentiero segnato come F14.

Con somma sorpresa, ci ritroviamo sulla strada asfaltata e ci rendiamo conto che dovremo incrociarla più di una volta.

Raggiungiamo l'Alpe Fermone a 1.451 mt e, dopo alcuni ripidi tornanti, eccoci all'Alpe Dorca 1.559 mt sul livello del mare.

Giusto il tempo di soffermarci per ammirare alcune belle baite appena ristrutturate e riprendiamo il cammino sulla gippabile. Percorsi un centinaio di metri, troviamo finalmente le indicazioni per il Rifugio Crosta sul lato destro della strada, abbandoniamo l'asfalto e ci inoltriamo nel bosco.

Al nuovo bivio che ci si para davanti, continuiamo su F14 per Alpe Cuatè. Il sentiero F12 porta invece a Ciamporino.

Entriamo nel bosco di larici e seguiamo il rumore del ruscello che sentiamo nel folto della vegetazione. Passato il guado, praticamente asciutto perchè l'acqua scorre in qualche vena sotterranea, risaliamo di nuovo tra l'erba alta e raggiungiamo un pianoro dove sono evidenti i segni di una vecchia strada ormai in disuso.

Finalmente la montagna si apre e ci appaiono le belle baite dell'Alpe I Crosi a quota 1.662 mt. con le indicazioni per il Rifugio Crosta e l'Alpe Coatè, che raggiungiamo in 40 minuti.

Segue un brutto passaggio in una valletta rovinata dalle valanghe, e poi, finalmente, incontriamo la prima indicazione per l'Alpe Solcio che ci trae in inganno, facendoci credere di essere prossimi alla meta.

Quella che invece ci troviamo di fronte sono i rustici dell'Alpe Coatè superiore a quota 1.800 mt, con la sua croce di legno che domina la valle. Sulla facciata in pietra di una delle baite troviamo una nuova indicazione per il Rifugio Crosta con un tempo di percorrenza di 20 minuti.

Manteniamo l'Alpe sulla destra e risaliamo il bosco, attratti da alcuni segnali rossastri appena visibili sui tronchi. Raggiungiamo la gippabile sterrata che porta all'Alpe Solcio e la seguiamo, tenendo di nuovo la destra.

Passiamo sotto un alpeggio di cui non riusciamo a scorgere il nome, scendiamo di quota fino a 1.751 mt e intravediamo una costruzione che subito si rivela la nostra meta.

Nel 1947 la Sezione del Cai di Gallarate ebbe la possibilità di avere un altro rifugio, all'Alpe Solcio sopra Varzo, dove esisteva il Rifugio Domus Nostra di proprietà di alcuni ex-allievi del Collegio Rosmini di Stresa. La proposta di acquisto venne formulata da Pietro Crosta, primo presidente della Sezione e allo stesso tempo ex-allievo rosminiano promotore della casa "Domus Nostra".

Nell'agosto del 1948 venne effettuata l'inaugurazione del nuovo rifugio che mantenne la denominazione "Domus Nostra" sino al 1957 quando venne intitolato a Pietro Crosta. Nel 1970 venne affidato al Sig. Gilberto Fox, di Varzo, che lo tenne senza interruzione sino al 1992.

Nel 2008 fu preso in gestione da Marina ed Enrico che optarono con coraggio per una scelta di vita radicale, decidendo di prendervi residenza. E' uno dei pochi rifugi aperti tutto l'anno.

Il tempo totale dell'escursione, dal parcheggio di San Domenico al rifugio è stata di 3 ore. Occorre far molta attenzione alla segnaletica dell'ultimo tratto del percorso perchè induce a molti dubbi, specialmente nella zona dell'Alpe Coatè.

Abel Wakaam

 

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