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Lago dei Sabbioni e Rifugio Somma in val Formazza

 

Traccia GPS da Riale al Lago dei Sabbioni e al Rifugio Somma L. - Mappa Mappa

La Val Formazza si trova nord ovest del lago Maggiore, chiamato anche Verbano, e la si raggiunge percorrendo l'autostrada per Gravellona Toce, una derivazione della Milano Laghi che si ricongiunge con la Milano/Torino in direzione Alessandria. Le indicazioni riportano Arona come primo casello da oltrepassare e la strada costeggia per un certo tratto il lago, visibile negli scorci liberi da gallerie. Si prosegue seguendo il corso dell'autostrada finché si trasforma in Strada Statale del Sempione.

Superata l'uscita di Domodossola, occorre fare attenzione alle indicazioni per le Valli Formazza e Antigorio, in direzione di Crodo.

Oltrepassata la famosa cittadina, nota per le sue acque minerali, si prosegue in direzione Baceno fino ad incontrare Premia, dove abbiamo già illustrato una precedente escursione agli Orridi di Uriezzo.

La strada prosegue in direzione nord fino al bivio per Devero, dove invece seguiremo le indicazione per la Cascata del Toce. Superato il ponte sul Toce, continuiamo fino all'abitato di Riale, punto di partenza anche per un'escursione al Lago Kastel e al Bacino del Toggia.

Stavolta invece continuiamo fino a raggiungere la base della diga di Morasco, dov'è presente un ampio parcheggio, riservato in parte al soggiorno dei camper. E' inoltre possibile imboccare la strada privata dell'Enel sfidando il divieto di transito per i mezzi non autorizzati, salire alla diga e percorrere lo sterrato che costeggia il lago per raggiungere il fiume. Lì è possibile parcheggiare accanto alla teleferica o in qualche spiazzo che non ostruisca il passaggio. Così facendo si risparmiano una trentina di minuti.

Esistono due sentieri che portano al lago dei Sabbioni, quello vecchio che sale direttamente snodandosi sul costone roccioso che sovrasta il fiume, e il nuovo sentiero che aggira sulla destra la fattoria e sale verso la piana del Bettelmatt dove pascolano le mucche che producono il latte per il famoso formaggio omonimo.

Il vecchio sentiero è ufficialmente chiuso ma, al di là del cartello che ne sconsiglia l'utilizzo, optiamo comunque per la seconda scelta, sicuramente meno ripida, ma altrettanto panoramica. Non è ben visibile l'imbocco e come punto di riferimento iniziale bisogna dirigersi verso la fattoria ed aggirarla sulla destra finchè si notano chiaramente i tipici colori bianco e rosso della segnaletica. Dopo di che, il sentiero piega decisamente a sinistra e prende a salire dolcemente in direzione di quello vecchio, mantenendosi in quota di un centinaio di metri.

Ben presto incontriamo un secondo cartello indicatore che spiega chiaramente quale direzione seguire, fugando ogni dubbio sulla scelta intrapresa. Il sentiero è il G39 che conduce al lago dei Sabbioni e al Rifugio Busto Arsizio in diretta.

Una nutrita mandria di mucche intente a brucare ci tengono compagnia per tutta la piana, poi il sentiero prende decisamente a salire, puntanto verso una serie di bocchette che appaiono in susseguenza e rappresentano la parte più faticosa del percorso.

Superato l'ultimo ostacolo, ci troviamo finalmente in un canalone con i piloni della teleferica che spuntano dalle nuvole. Ancora qualche passo e vediamo in basso, a sinistra, il baitello Zum Stock, posto a quota 2.210, che rappresenta il congiungimento tra il vecchio sentiero e quello nuovo che stiamo percorrendo. Siamo circa a metà percorso. Proseguendo diritti si sale invece al Rifugio Busto Arsizio che vedremo più avanti tra le nuvole.

Noi scendiamo invece verso il baitello e proseguiamo in direzione del fiume che oltrepassiamo su un improvvisato ponticello realizzato con dei tubi metallici e tavole di legno.

Ora la difficoltà è data dalla pietraia dove la direzione da seguire è affidata soltanto agli "omini di pietra" ed a rarissimi stralci di segnaletica. Siamo nel regno delle marmotte, avvertiamo in continuazione i loro fischi di allarme e, dopo vari tentativi, riusciamo a fotografarne una.

Di colpo il cielo si chiude, siamo immersi tra le nuvole e, nonostante sia il primo di agosto, il bianco degli utlimi nevai ci trasporta in una dimensione tipicamente invernale.

Nei rari squarci tra la nebbia, ci appare sul costone opposto il Rifugio Busto Arsizio con la sua bandiera che sventola a quota 2.480 metri.

Quando ormai ci stiamo preparando al peggio, il sole vince la sua eterna battaglia con la tempesta e ci indica la direzione da seguire.

Ancora uno sforzo e di colpo ci appare, imponente e maestosa, la diga del Sabbione a 2.466 metri di altitudine.

Forma il serbatoio più importante della valle. E' del tipo a gravità alleggerita, lunga 300 metri, alta 60, con uno spessore alla base di 55, volume complessivo 140.000 metri cubi di calcestruzzo. Contiene oltre 400 milioni di metri cubi d'acqua.

Quando sulla sinistra ci appare la sagoma del Rifugio Mores, la nostra fatica è giunta finalmente alla fine. Risaliamo con decisione verso il piccolo piazzale antistante e puntiamo in direzione della torretta alla ricerca della traccia che ci porterà, dopo due ore e mezza dalla partenza, al tanto agognato rifugio Somma Lombardo a quota 2.570.

Da qui il lago ci appare in tutta la sua selvaggia bellezza. Dopo un rapido pasto, ritorniamo sui nostri passi, ma una volta giunti al baitello, decidiamo di saggiare con prudenza il vecchio sentiero per renderci conto delle difficoltà che avremmo trovato. Col senno di poi, ci sentiamo di sconsigliarlo sia in salita che in discesa perchè, anche se più corto, risulta davvero faticoso e con passaggi abbastanza esposti da evitare assolutamente se nel gruppo ci sono dei bambini.

Abel Wakaam

 

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