Traccia GPS da San Bernardo ai Laghi di Variola
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Bognanco
si trova in Piemonte, a ovest del lago Maggiore chiamato anche Verbano,
e la si raggiunge percorrendo l'autostrada per Gravellona Toce,
una derivazione della Milano Laghi che si ricongiunge con la Milano/Torino
in direzione Alessandria.
Le indicazioni riportano Arona come primo casello da oltrepassare
e la strada costeggia per un certo tratto il lago, visibile negli
scorci liberi da gallerie. All'uscita di Domodossola occorre seguire
attentamente i cartelli "Bognanco" fino ad imboccare l'unica
strada che risale la valle. Una volta raggiunta la cittadina termale,
si lascia il paese sulla sinistra e si continua a salire seguendo
inizialmente le indicazioni per "San Lorenzo" e poi per
"San Bernardo".
Il punto di partenza è proprio il parcheggio accanto al
minuscolo Ristorante Alpino a quota 1.620, situato alle spalle della
deliziosa chiesetta di San Bernardo, dove l'omonimo cane è
raffigurato proprio al centro dell'altare. Guardando verso nord
intravediamo tra le nuvole la nostra meta.
Ritorniamo sui nostri passi per qualche decina di metri, percorrendo
la strada sterrata da cui siamo venuti ed imbocchiamo la gippabile
in discesa, ben segnalata dai cartelli gialli che indicano i sentieri.
Sulla destra, tra gli alberi, si intravede una stradina in erba
che compie lo stesso tragitto con un percorso parallelo, la scegliamo
senza indugi e raggiungiamo il ponte sul torrente Rasiga. Da qui,
purtroppo, la gippabile diventa asfaltata e sale ripida e tortuosa
verso il Passo del Monscera senza concedere alternative.
Per fortuna, alla prima curva, incontriamo dei chiari cartelli
indicatori che ci indirizzano nel bosco e portano come indicazione
l'Alpe Casariola in 40 minuti, l'Alpe Dorca in 65
minuti e il Passo di Variola in due 2 ore e 30 minuti. Imbocchiamo
il comodo sentiero in salita, che si snoda nel folto della pineta,
e lo seguiamo senza indugi.
Più avanti, incontriamo alcune baite in pietra e subito
dopo un bivio, anche questo corredato di cartelli che riportano
la possibilità di raggiungere l'Alpe Paione e da lì
i Laghi del Paione, descritti nell'Avventura
n° 18. Durante il percorso, ci troviamo a superare
diversi torrenti, tra cui quello, spettacolare, che scende proprio
da questi laghi, per la felicità del mio Border Collie che
non perde l'occasione per farsi un bagno ristoratore.
Quando finalmente la valle si apre, scorgiamo l'Alpe Casariola
posta a 1.722 mt di quota, nella parte superiore di un grande pascolo
erboso, e qui perdiamo la traccia del sentiero, dispersa nell'erba
alta. La giusta direzione da seguire è quella che conduce
nel varco centrale tra le baite in pietra, dove è possibile
scorgere il segno bianco e rosso dipinto su di un sasso.
Si riprende subito a salire con decisione tra i resti di un vecchio
incendio che ha raso al suolo il bosco, lasciando una ferita nella
montagna che pian piano la natura sta cercando di rimarginare.
La successiva meta, posta a circa metà del percorso, è
l'Alpe Dorca a 1.874 mt. Si preannuncia con uno steccato
in legno ed il cartello di benvenuto. Proprio all'altezza dell'Alpe,
un ulteriore paletto, cosparso di cartelli indicatori ci indica
con certezza la direzione da seguire.
Ora la vallata è molto ampia, assolata, con una poderosa
catena montuosa che si profila all'orizzonte. La traccia del sentiero
si snoda in un lungo traverso roccioso ed è visibile per
oltre un chilometro, fino a scorgere alcune baite diroccate che
potrebbero appartenere ai resti dell'Alpe Variola di sotto, ormai
scomparsa.
Oltrepassati numerosi ruscelli, incastonati tra le rocce, intravediamo
una croce in legno che si profila all'orizzonte e la teniamo come
punto di riferimento per raggiungere il pianoro erboso dove si trova
l'Alpe Variola a 1.996 mt, luogo ideale per consumare il
pranzo al sacco.
Una volta riprese le energie, cominciamo a chiederci dove si trovano
questi misteriosi Laghi di Variola, di cui nessuno degli
escursionistri incontrati per strada ci ha saputo dare informazioni
precise. Anzi, qualcuno proveniente dall'omonimo Passo, ci ha addirittura
ventilato l'ipotesi che si siano prosciugati. Poco convinti di tali
ipotesi nefaste e confortati dalla vista di un impetuoso torrente
che scende a grandi balzi dal costone roccioso sopra l'Alpe, decidiamo
di aggirare l'impervio ostacolo sulla desta e risalire subito verso
sinistra in direzione del corso d'acqua.
La nostra intuizione si rivela esatta e, dopo una ventina di minuti,
ci appare come per incanto il primo lago, incastonato tra il basalto,
con la superficie dell'acqua accarezzata da lunghe alghe color argento
che lo fanno risplendere al sole con un tocco di magia. Siamo a
quota 2.133.
Poco più avanti, seguendo i numerosi canali naturali che
scivolano tra le rocce e i prati fioriti, incontriamo un altro specchio
d'acqua, più grande del primo, che decidiamo di aggirare
completamente per cercare una prospettiva di controluce, più
adatta a valorizzare l'insieme.
Tutta la zona è cosparsa di specchi d'acqua di ogni forma
e dimensione, collegati da ruscelli saltellanti e piccoli canaletti
che gorgogliano tra l'erba. Meriterebbe una perlustrazione più
accurata, ma il tempo a nostra disposizione è ormai agli
sgoccioli. Ora che ne conosciamo con certezza l'ubicazione, ci riproponiamo
di tornare per effettuare un giro completo nella parte più
alta della massicciata, così da scoprire gli angoli più
nascosti di questo luogo meraviglioso.
Numerosi omini di pietra, usati come segnavia, attraggono la nostra
attenzione. Scopriamo la possibilità di effettuare il ritorno
attraverso il Sentiero dei laghi, che scende a ridosso della montagna
e si congiunge con l'itinerario del Paione, in prossimità
del Lago Inferiore, come indicato in questa Traccia GPS .
In alternativa è possibile rientrare per la stessa via,
percorsa per arrivare sin qui: Traccia GPS .
Il tempo necessario per la salita da San Bernardo al primo Lago
di Variola è di circa 3 ore.
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