Traccia GPS da Cicogna all'Alpe Pogallo
- Mappa
Per arrivare a Cicogna è consigliabile percorrere l'autostrada
per Gravellona Toce e prendere l'uscita per Verbania. Proseguire
quindi verso il lago, superando la prima indicazione per Mergozzo
e la grande rotonda sulla strada provinciale. Qualche decina di
metri più avanti, sulla sinistra, è visibile la seconda indicazione
per Mergozzo e immediatamente dopo, quasi con lo stesso imbocco,
la strada che da Fondotoce porta a San Bernardino. Occorre seguire
le indicazioni per Santino e Rovegro, facendo attenzione ad una
biforcazione che gira sulla sinistra, dove è possibile incontrare
il primo cartello che indica Cicogna.
La strada è sempre asfaltata e in ottime condizioni per tutti i
17 chilometri che separano il paese da Verbania, ma negli ultimi
8 chilometri diventa terribilmente stretta, tortuosa e disagevole,
per cui è raccomandabile la massima prudenza.
Sin dalle prime salite ci si ritrova in un'atmosfera magica, quasi
che il tempo di fosse fermato per preservare questi luoghi così
antichi e selvaggi dall'incalzare del progresso tecnologico. Occorre
prestare molta attenzione alle poche auto che andremo ad incontrare
perché gli spazi sono angusti e le piazzole adibite all'incrocio
con altri mezzi sono piuttosto rare. E' sconsigliato l'uso di grossi
fuoristrada o furgoni, con cui vi troverete in grossa difficoltà
durante le manovre.
Il sentiero per Pogallo ha inizio dall'ultima curva che porta in
paese, e sebbene ci sia lo spazio per sistemare qualche automobile,
vi consiglio di proseguire fino al parcheggio cittadino, dove potrete
lasciare l'auto con la certezza di di non intralciare il traffico.
Pogallo ha rilievo nella storia della Val Grande per due eventi:
il grande disboscamento epocale dellinizio del secolo e il
rastrellamento tedesco del giugno 1944 che costò la vita a molti
partigiani.
E una gita nel cuore profondo di questa valle ritornata selvaggia.
Litinerario segnalato (sentiero n° 13) segue lampia
mulattiera lastricata che accompagna per un lungo tratto il corso
impetuoso del torrente. Fu costruita agli inizi del secolo come
strada di servizio durante i grandi disboscamenti.
La strada percorre il versante occidentale del Monte Spigo (m 1439)
e ne segue la complessa orografia incisa da profondi valloni coperti
da boschi di latifoglie (castagni, frassini e querce). Supera numerosi
valloncelli sostenuta da possenti muri di pietra a secco e taglia
alcuni canalini su ponticelli.
Si perde progressivamente quota abbassandosi verso il torrente
Pogallo, il cui rumore ci accompagna lungo tutto il percorso, che
offre ad ogni curva sguardi sempre suggestivi sulle acque sottostanti.
Pozze dacqua verde, cascatelle, massi levigati dal millenario
lavorio delle acque, ma anche lausterità delle pareti del
versante opposto che corrono, coperte da rigogliosa vegetazione,
verso le creste sfuggenti, dove, alzando lo sguardo, proveremo langoscia
di un rettangolo di cielo lontano e la grandezza di una natura incontaminata.
Ci si avvicina lentamente al torrente, anche se di fatto il sentiero
rimane alto un centinaio di metri sul corso delle acque e si incontrano,
a lato del percorso, alcune lapidi che ricordano pescatori scivolati
sui sassi o travolti da piene improvvise dopo giornate di pioggia.
E' questo il punto più suggestivo dell'intero percorso, dove il
fiume si incunea in un orrido impressionante, ed un ponte attraversa
la gola per gettarsi sull'alta sponda.
Qui lantico tracciato proveniente da Cicogna (oggi in disuso)
proseguiva sul versante opposto della valle, e riattraversava il
Rio Pogallo, passando sulla sua destra orografica. Si scende al
ponte solo per uno sguardo alla cascata e qualche foto di rito,
ma occorre poi ritornare per qualche metro sui propri passi al fine
di riprendere il sentiero principale che si mantiene sulla sinistra
del fiume.
Per avere un'idea della lunghezza del tragitto, occorre controllare
il numero dei cartelli segnalatori, dove è possibile avere ulteriori
notizie sull'area che si sta visitando. Sono dieci. Il camminamento
è sempre agevole. In pratica è un saliscendi con dei lunghi tratti
lastricati in selce. In diverse occasioni si sporge nel vuoto ma
non presenta mai delle situazioni pericolose anche se è consigliabile
tenere per mano i più piccoli della compagnia. Si arriva a Pogallo
dopo circa un'ora e mezza di percorso senza soste e serve almeno
un'altra ora per il ritorno. E' necessario portare con sé acqua
ed eventuali viveri di approvvigionamento perché non esistono punti
di rifornimento lungo il percorso.
Abbiamo effettuato l'escursione portando con noi Joy, il nostro
cucciolo di Border Collie dell'età di 4 mesi. Non ha manifestato
problemi durante il tragitto, che ha effettuato senza collare e
guinzaglio, nonostante la presenza di molti tratti esposti con strapiombi
di oltre un centinaio di metri. Ritengo che sia questo il modo per
passeggiare col proprio cane in montagna, ma lascio ad ognuno la
decisione di come affrontare questo tipo di pericoli perché la valutazione
del suo comportamento in situazioni di pericolo è da ritenersi strettamente
personale.
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